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Parrocchiale della Purificazione di Maria Vergine

Descrizione

Sembra che già nel 500 d.C. (monete romane V-VI sec.- simposio Bs 1959) esistesse un piccolo villaggio di poche persone in quanto passava una strada pedemontana che collegava i vari paesi della sponda sinistra del fiume Oglio, parallela alla più conosciuta e trafficata via Valeriana della sponda opposta. È appunto da questo periodo che il cattolicesimo comincia a diffondersi in Valle Camonica e quindi, anche se molto più tardi, nel medioevo (1200-1400) anche a Braone venne edificato un piccolo tempio, dove ogni tanto il prete delle comunità limitrofe (es. Niardo) celebrava le funzioni religiose. Bisogna tuttavia attendere la metà del ‘400per avere una sicura documentazione circa l’insediamento dei primi parroci e coadiutori (Don Marino Ottiliis 1463). Per il diffuso benessere del Rinascimento, che di riflesso giunse anche in Valle, si notano portali e case di buona fattura risalenti a quel tempo e si verifica pure che nel 1586-8 la chiesetta fosse abbellita dalla pala attuale (Purificazione di Maria che illustra il nome della chiesa nuova e probabilmente anche di quella antica) e di un quadro(Madonna col Bambino, con S. Antonio Abate e S. Rita e i misteri del Rosario). Queste opere talvolta sono state erroneamente attribuite al Fiamminghino (Giovanni Mauro della Rovere). Suo padre era emigrato da Anversa a Milano nel 1550 e il suddetto nacque non prima del 1570 e lavorò in Valle Camonica solo dopo il 1615 (Quaderni Camuni - E. Fontana su tesi di laurea di Lia Morandini). Quindi le suddette opere sono di un autore ignoto(forse di scuola fiamminga).

Costruzione della parrocchiale

Nel ‘700, a causa dell’aumento della popolazione (ab.350 circa), per il diffondersi delle idee del positivismo e dell’illuminismo, forse per la tardiva spinta spirituale della controriforma o per le migliorate condizioni economiche, si sentì l’esigenza anche a Braone di una chiesa più grande (di influsso neoclassico?). Allora ci fu la discussione se costruirne una nuova nel sito che ora è occupato dalla scuola materna oppure ampliare quella piccola esistente da 300 anni (Parroco Bartolomeo Bonariva di Villa di Lozio 1735-1761). La seconda ipotesi fu accettata da molti dei capifamiglia (capifuoco o consoli della vicinia o del comune rurale) sicuramente per risparmiare e per poter riutilizzare parte della struttura preesistente (fondamenta-muri-coro-pietre). Nel 1737,espletate le fasi burocratiche (progetti, nomina del padrino-protettore Panzerini Ludovico da Cedegolo che doveva sovrintendere in tutto e per tutto alla fabbrica) si raccolsero 34 tra ingegnere, capomastro, muratori e manovali sia forestieri che paesani (questi ultimi 14 erano volontari e lavoravano durante le feste: infatti c’è una nota del 1756 che parla di 993 giornate lavorative effettuate dai Braonesi in 16 mesi).

Restauro

Nel 1997,in occasione del Bicentenario, la chiesa fu restaurata e messa a nuovo nelle pitture, negli affreschi, nelle decorazioni in oro, negli stucchi ecc. dalla pittrice Angelita Mattioli e dal restauratore Bettoni Carlo. Riguardo allo stile non ho trovato alcun documento che parlasse del Chizzola , del Falletti e del Tomasi ,tuttavia di può pensare che siano stati dei discreti copiatori delle opere dei famosi artisti del tempo(Raffaello ,Leonardo, Tiziano, Caravaggio ecc.) e di altri pittori lombardie veneti. Per quanto concerneil restauro la pittrice Mattioli Angelitaha spiegato che le tele sono state pulite dalla polvere con acqua e alcool e poi fissate con una vernice apposita per restituire la luce ai colori. Per gli affreschi infatti è stato effettuato il seguente trattamento: prima è stata tolta la polvere conpennelli asciutti e poi spugnati con acqua e talvolta, quando l’affresco era in pessime condizioni (es: S. Giovanni Evangelista e Federis Arca), con colore neutro a base di pigmenti naturali(polveri minerali). Tutto l’altar maggiore, soprattutto la suasa è stata restaurata con foglie d’oro zecchino, mentre tutte le altre decorazioni della chiesa sono in finto oro. Questo scritto è stato ricavato da documenti parrocchiali ,soprattutto dai quaderni di Don Domenico Rebuffoni coadiutore nella Parrocchia di Braone dal 1886 al 1923,dal libro “Braone nella preistoria ,storia e fede” di Don Mario Rebuffoni e da mie ricerche in occasione del Bicentenario della Parrocchiale e dell’appuntamento culturale-turistico(8-9 ottobre 2005) denominato "Del bene e del bello" promosso dall’assessorato alla cultura della Comunità Montana di Valle Camonica. 

Modalità di accesso

L'ingresso è libero.

Sono presenti soluzioni specifiche per consentire l'accesso a persone con disabilità.